Bucefalo il cavallo di Alessandro Magno
La storia del cavallo di Alessandro Magno, Bucephalus, è sempre stata una delle mie preferite perché mostra come la gentilezza possa connettersi anche con il cavallo più “selvaggio”. Non sorprende che Alessandro Magno fosse una leggenda ai suoi tempi. Dopotutto, ha conquistato metà dell’Asia a soli 23 anni. Tuttavia, molte persone non si rendono conto che il suo cavallo, Bucephalus in italiano Bucefalo, ha svolto un ruolo importante nella sua conquista del mondo conosciuto, portandolo in molte battaglie fino alla sua morte nel 326 a.C.
In questo Articolo:
Il cavallo che nessuno potrebbe domare
La storia di Bucephalus inizia quando un allenatore di nome Filone seppe che il re Filippo II stava cercando un regalo per suo figlio di 12 anni, Alessandro. Filione si era imbattuto in un cavallo nero particolarmente bello con una stella bianca e occhi azzurri. Si offrì di vendere il cavallo a re Filippo per 13 talenti, il che era un sacco di soldi, soprattutto perché l’animale era così selvaggio che nessuno poteva cavalcarlo.
Quando Alessandro sentì che nessuno poteva cavalcare il cavallo non fu scoraggiato, anzi, ha accolto con favore la sfida. Quanto sarebbe meglio se potesse domare un cavallo che nessun altro potrebbe?
Dopo aver osservato il cavallo impennarsi in modo incontrollabile, si rese conto che lo stallone aveva semplicemente paura della propria ombra. Quando nessun altro poteva avvicinarsi al cavallo, Alessandro si avvicinò dolcemente a lui e girò la testa verso il sole in modo che le ombre cadessero dietro di lui. Il cavallo non aveva più paura e Alessandro si era guadagnato la sua fiducia per sempre.
Il soprannome dell’amato cavallo di Alessandro Magno
Alessandro chiamò il cavallo Bucephalus, che era una combinazione delle parole greche “bous”, che significa bue e “kephalos”, che significa testa.
Bucephalus, o Bukefal – il soprannome dell’amato cavallo di Alessandro Magno. Mi chiedo perché Alessandro abbia scelto un nome del genere? Questo antico nome greco si traduce come “testa di toro”. Informazioni storiche accurate non sono state conservate perché l’ha scelta. Ma ci sono tre ipotesi. Alcuni credono che il cavallo avesse una testa grande e massiccia, che ricordava la testa di un toro. Altri storici parlano dell’esistenza di una macchia bianca sulla fronte, simile alla testa di un toro. Oppure ritengono che questo soprannome derivi dal fatto che Bucephalus, in battaglia, venisse ornato con corna d’oro per accentuarne l’aspetto temibile e minaccioso. Forse fu chiamato “testa di bue” per via della sua personalità testarda.
Un fedele cavallo da guerra
Dopo questo legame iniziale, Bucephalus servì per molti anni come fidato cavallo di battaglia di Alessandro. Bucephalus permetterebbe solo ad Alexander di cavalcarlo. Si dice che Alessandro fosse così devoto al suo cavallo che non mangiava finché non lo vedeva mangiare e che ogni volta che Bucefalo si sdraiava, si sdraiava accanto a lui.
Ad un certo punto della battaglia, quando una lancia trafisse Alessandro Magno nel polpaccio, Bucefalo lo portò via dal campo di battaglia mentre il sangue sgorgava dalla sua ferita. In cambio di aver salvato la vita del suo padrone, Alessandro fece erigere una statua in bronzo del cavallo ad Olimpia in Grecia.
La morte di Bucefalo
Le fonti non sono d’accordo su come sia morto Bucephalus. Alcuni affermano che morì per cause naturali all’età di 32 anni. Altri affermano che morì per le ferite mortali subite nella battaglia dell’Idaspe nel 326 a.C., in cui l’esercito di Alessandro sconfisse il Re Porus.
Il dolore di Alessandro fu così grande dopo la morte di Bucefalo, che lo seppellì con tutti gli onori militari, tra cui una guardia d’onore di 12 uomini e un famoso cantante soprano di nome Timotea per elogiare il suo grande compagno. Alessandro ha persino chiamato una città, Bucephala, dopo di lui, che ora si chiama “Jalalpur” e si trova nel territorio del Pakistan.
Curiosità
Il rapimento del cavallo macedone – Plutarco, continuando la biografia di Alessandro Magno, racconta una storia nei territori del Caspio della Persia: i barbari (uksii) rubarono l’amato cavallo macedone. Quindi Alessandro chiese che fosse restituito, minacciando che avrebbe sterminato tutto il loro popolo, insieme alle loro mogli e figli, se gli fosse stata negata una richiesta così insistente. Il cavallo macedone fu restituito intatto e Alessandro ricompensò persino i rapitori. La stessa storia è descritta da Curtius, uno storico romano, e da Arrian, un antico storico e geografo greco.
Foto Principale
https://pixabay.com/it/photos/statua-scultura-cielo-cavallo-5815521/