Il vino dell’antica Roma
La culla della civiltà umana è uguale alla culla del vino. Dall’antica Mesopotamia, l’umanità si diffuse in tutto il mondo e di conseguenza, anche il vino. L’obiettivo dei Fenici e dei Greci di aumentare e sviluppare il loro mercato commerciale nel mediterraneo, piantando viti su terra straniera, per avere la sua produzione di vino più vicina ai loro potenziali clienti. Questo ha dato il via a una fiorente viticoltura in Italia.
Successivamente, quando Giulio Cesare conquistò la Gallia nel I secolo a.C., i romani introdussero la vite domestica in Francia e in Germania, piantando il proverbiale seme (uva) che sbocciò in quelle che oggi sono le piu prestigiose regioni vinicole in entrambi i paesi.
Sia per la civiltà greca che per quella romana, il vino era profondamente legato alla religione: i greci adoravano Dioniso, dio del vino e della fertilità, per i romani il suo nome era Bacco.
In questo Articolo:
Il vino romano era diverso da quello di oggi?
Certo che si, la cultura del vino ai tempi dell’Impero romano era molto diversa da quella che abbiamo oggi. A causa dell’assenza della tecnologia moderna e quindi dell’assenza, ad esempio, del frigorifero, delle bottiglie di vino in vetro, dei tappi di sughero prodotti meccanicamente, ecc.. Mantenere un vino in buona forma era completamente diverso.
A quei tempi, il vino aveva un carattere più simile al nostro Vino novello dei nostri giorni: era giovane e fruttato e, senza i mezzi per mantenere il vino in buone condizioni per un periodo di tempo significativo, sarebbe generalmente scaduto entro un anno. Non solo, ma la nostra percezione moderna che un vino rispettabile può essere prodotto esclusivamente con uve, senza aggiungere altri ingredienti, non era così nei tempi dei romani, infatti aggiungevano altri elementi nel vino, come ad esempio la resina dell’albero, che poteva prolungarne la durata.
Quindi questo era un metodo che i romani usavano per invecchiare i loro vini, prima di essere introdotti nella botte di rovere, tecnologia assimilata dopo l’invasione della Francia (che usava le botti per conservare la birra).
A proposito, se sei curioso di sapere che sapore avrebbe un vino così resinoso, potresti per divertimento aprire una bottiglia di Retsina, un vino greco ancora tradizionalmente prodotto con la resina. Sarà senza dubbio un’esperienza interessante ed educativa.
Come scrisse Seneca:
Il vino è una cura perfetta per la pesantezza e il dolore.
Seneca, Filosofo Romano ( 4 a.C. – 65 d.C. )
La legge del “diritto del bacio”
Durante i primi anni della Repubblica Romana, alle donne era vietato bere vino, la legge “ius osculi” che significava “diritto al bacio”, consentiva agli uomini di verificare tramite il bacio le proprie moglie, se avevano bevuto il vino. Dove potevano essere Punite o addirittura uccidese se era il caso. Man mano che l’Impero si espandeva e diventava più ricco, il livello di tolleranza, specialmente all’interno della classe media e alta, crebbe significativamente, fino a quando la legge scomparve completamente.
Dato all’aumento di denaro, aumentavano anche i vizi e l’intrattenimento, dove il vino era una presenza costante. Dopotutto questa era l’età d’oro di Roma e il vino era sul tavolo di ogni famiglia romana.
Qualera il vino piu famoso nei tempi Romani?
In effetti c’erano già distinzioni per diversi livelli di qualità. Esperti simili ai nostri sommelier contemporanei determinavano la qualità delle anfore del vino. Il territorio e il suolo hanno iniziato a svolgere un ruolo importante nella cultura del vino ed è stato creato un sistema di classificazione, simile (anche se non così elaborato) al sistema francese “Cru”.
Il vino più prestigioso e celebrato ai giorni nostri era il Falerno, dalla regione Campania nel sud Italia. La reputazione e il prezzo elevato di un vino Falerno lo fecero effettivamente il vino più esclusivo dell’Impero romano, tanto che poteva anche essere usato come valuta per acquistare gli schiavi.
Un modo per misurare lo stato sociale era la quantità di Falerno presente in una famiglia. Il vino poteva essere disponibile per tutti, ma i migliori vini erano accessibili esclusivamente alle classi più abbienti.
Modi di bere il vino
All’epoca, il vino veniva sempre mescolato con l’acqua prima di essere bevuto, il vino non diluito (che era chiamato “Merum”) era considerato una cattiva abitudine attribuita ai contadini e barbari. Di solito mescolavano una parte del vino con due parti di acqua calda o acqua di mare – sì, anche acqua di mare! – per assottigliare la dolcezza nel vino.
Inoltre, i romani scoprirono che la miscelazione del piombo con il vino non solo contribuiva a preservare il vino, ma gli dava un gusto dolce e una consistenza succulenta. Sfortunatamente ci fu un effetto collaterale: l’avvelenamento cronico da piombo che fu spesso citato come una delle cause del declino di Roma!
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