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I telescopi più potenti usati per studiare i quasar: Hubble, James Webb e Chandra

Il telescopio spaziale James Webb, con la sua capacità di osservare nell'infrarosso, rivela nuovi dettagli sui quasar distanti, esplorando i segreti dell'universo primordiale.

Introduzione

I quasar sono tra gli oggetti più luminosi e potenti dell’universo, prodotti da buchi neri supermassicci nei nuclei galattici attivi. Studiare questi fenomeni è cruciale per comprendere l’evoluzione delle galassie e del cosmo. Per farlo, gli astronomi si affidano a strumenti avanzati come i telescopi spaziali Hubble, James Webb e Chandra, ognuno con specifiche capacità che permettono di osservare diverse lunghezze d’onda, rivelando i processi fisici estremi che avvengono nei quasar.

Il telescopio spaziale Hubble

Lanciato nel 1990, il telescopio spaziale Hubble ha permesso di osservare in dettaglio quasar come 3C 273, il primo mai scoperto, situato a 2,4 miliardi di anni luce da noi​(NASA)

Hubble ha rivoluzionato lo studio di questi oggetti, permettendo di comprendere meglio come i quasar influenzino la formazione stellare nelle galassie ospitanti. Le immagini ad alta risoluzione di Hubble mostrano i getti di particelle emessi dai quasar, lunghi centinaia di migliaia di anni luce​(NASA).

Curiosità: Il telescopio Hubble può osservare oggetti lontani fino a 13,4 miliardi di anni luce, fornendo una visione quasi senza precedenti dell’universo primordiale.

Il telescopio spaziale James Webb

Il James Webb Space Telescope (JWST), lanciato nel 2021, è progettato per osservare il cosmo nell’infrarosso, rendendolo perfetto per studiare quasar molto distanti. Webb permette di esplorare quasar formati durante l’epoca della reionizzazione, quando l’universo ha iniziato a diventare trasparente alla luce​(Space.com) (SciTech Daily).

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Uno degli obiettivi di Webb è l’osservazione di quasar che risalgono a meno di un miliardo di anni dopo il Big Bang, per capire come i buchi neri supermassicci abbiano influenzato la crescita delle prime galassie​.

Curiosità: Il JWST può rilevare la luce di quasar così lontani che la loro luminosità è stata “spostata” nell’infrarosso a causa dell’espansione dell’universo. Questo fenomeno è noto come redshift cosmologico​(Space.com)

L’osservatorio a raggi X Chandra

Il Chandra X-ray Observatory, lanciato nel 1999, è specializzato nell’osservazione dei raggi X emessi dai quasar, permettendo di esplorare i fenomeni energetici legati ai buchi neri supermassicci. Le sue osservazioni hanno rivelato dettagli sui getti relativistici, flussi di particelle che viaggiano a velocità prossime a quella della luce​(NASA)

Curiosità: Chandra è stato determinante nello studio dei quasar che emettono raggi X con intensità pari a miliardi di volte quella del Sole. Le sue osservazioni hanno permesso di capire come l’energia dei quasar influenzi la formazione stellare nelle galassie ospitanti​.

Curiosità aggiuntive sui quasar

  1. Luminosità estreme: Alcuni quasar sono così luminosi da superare la luminosità complessiva di tutte le stelle della loro galassia ospitante, come nel caso di TON 618, uno dei più grandi buchi neri mai scoperti, con una massa stimata di circa 66 miliardi di masse solari​(SciTech Daily).
  2. Tempo di viaggio della luce: Quando osserviamo i quasar, stiamo letteralmente guardando indietro nel tempo. La luce che ci raggiunge da alcuni dei quasar più lontani ha impiegato miliardi di anni per arrivare a noi, permettendoci di vedere come apparivano quando l’universo era molto giovane.
  3. Potenza dei getti: I getti emessi dai quasar possono raggiungere velocità prossime a quella della luce e percorrere distanze enormi nello spazio. Questi getti possono anche alterare la struttura del gas nelle galassie vicine, influenzando la formazione stellare su scala cosmica​(NASA).

Conclusione

Grazie ai telescopi Hubble, James Webb e Chandra, gli scienziati possono esplorare i quasar da diverse prospettive, ottenendo una visione completa dei processi fisici che li caratterizzano. Mentre Hubble ha aperto la strada con osservazioni dettagliate nello spettro visibile, il JWST sta ampliando i confini dello studio dei quasar più antichi e distanti. Chandra, infine, continua a rivelare i misteri delle emissioni ad alta energia, fornendo informazioni fondamentali sui buchi neri supermassicci e la loro influenza sulle galassie circostanti.

Fonti:

  1. NASA – Webb Telescope​(NASA)
  2. Space.com​(Space.com)
  3. SciTechDaily – Quasars and Webb Telescope​(SciTech Daily)

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