Tuscania breve storia
Riassumere, la storia di Tuscania, la cittadina in provincia di Viterbo, di cui parleremo oggi, nel breve spazio concesso dalle necessità editoriali, è impresa improba per chiunque, figuriamoci per un modesto articolista quale io sono.
Tuttavia, come di solito cercherò di comunicare le informazioni strettamente necessarie a fornire un quadro abbastanza esaustivo della cittadina in questione, sperando di invogliare il turista curioso, a fare una visita che lo ripagherà del tempo a essa dedicato.
In questo Articolo:
Info Box
Regione | Lazio |
Provincia | Viterbo |
Abitanti | 8.323 (2019) |
Comuni confinati | Arlena di Castro, Canino, Capodimonte, Marta, Montalto di Castro, Monte Romano, Piansano, Tarquinia, Tessennano, Viterbo |
Giorno Festivo | 8 agosto |
Sito ufficiale | https://comune.vitorchiano.vt.it/ |
Dove si trova
Perché si chiama così?
Iniziamo dal nome, Tuscania. Perché si chiama così? Sembra che il nome derivi dal latino Tuscana, o città dei Tusci, nome con il quale i Romani chiamavano gli Etruschi. Tuttavia nel XIV secolo, il papa Bonifacio VIII le impose il nuovo nome di Tuscanella, che tale rimase fino al 1911, quando finalmente venne ripristinato il nome attuale. Tuscania.
Sembrerebbe, il condizionale in questi casi è d’obbligo, che la città sia stata fondata, dal figlio di Enea, Ascanio, sul luogo in cui furono rinvenuti dodici cuccioli di cane, da cui il nome latino di Tus-cana.
Come qualcuno ricorderà, anche la città di Roma, nacque sul luogo, dove Romolo avvistò dodici avvoltoi, quindi come si vede le leggende, si somigliano.
Come detto all’inizio, non staremo a ripercorrere tutta la storia della Città, il che richiederebbe molti volumi, e molto tempo, che purtroppo non abbiamo. Ci limiteremo a fornire i passaggi più importanti della sua storia.
Le origini della città, breve storia
Le origini della città, risalirebbero, da ritrovamenti effettuati nelle necropoli etrusche delle Scalette e del Pantacciano, addirittura al periodo paleolitico (della pietra antica). Durante il periodo etrusco, la città, conosciuta con il nome di Tusena, godette un certo sviluppo e una discreta prosperità, fino a divenire una delle più importanti città della cosiddetta Lucumonia che aveva come suo centro principale Tarquinia.
Con la conquista Romana dell’Etruria, Tuscania divenne uno dei più importanti centri di tutto il circondario, e vide fiorire il commercio e la nascita di botteghe artigiane specializzate in sarcofagi. Vide inoltre la costruzione di terme, acquedotti e non ultima quella di una delle più importanti strade di comunicazione dell’epoca, la via Clodia.
In seguito al crollo dell’impero Romano, la città, come del resto tutta l’Italia, fu soggetta a diverse invasioni barbariche, quali quelle degli Eruli, dei Goti e dei Longobardi. Poi fu conquistata dai Franchi di Carlo Magno, fino a che con la donazione di quest’ultimo a Papa Adriano I, entrò a far parte del patrimonio secolare della Chiesa Romana.
Per un certo periodo, divenne Libero Comune, esercitando un certo potere su varie città circonvicine, fino a che fu conquistata, nel 1240 da Federico II di Svevia.
Per le continue lotte tra Guelfi e Ghibellini, e alla sopravvenuta perdita d’importanza della via Clodia la città attraversò un periodo di decadenza, in favore della vicina città di Viterbo.
A seguito di una spedizione militare contro il Papa Bonifacio VIII, finita male, furono imposte alla città, diverse gabelle, tra cui quella di fornire otto giocatori per una festa del quartiere Romano di Testaccio, un consistente tributo di grano, e cosa ben più disonorevole per la città, le venne imposto il cambio di nome da Tuscana a Tuscanella, in senso dispregiativo.
Nei secoli successivi, la città, sempre sotto il Papato, subì un assedio dei francesi di Carlo VIII, che la occuparono grazie anche al fatto che le mura della città, in seguito alla sua ribellione contro Papa Eugenio IV, erano state smantellate.
Poi, la città seguirà le sorti dello Stato Pontificio, fino alla caduta dello stesso.
Nel 1971, un terremoto distrusse gran parte della città e danneggiò molti suoi monumenti, tra cui le bellissime chiese Romaniche di San Pietro e Santa Maria Maggiore, illustrate nelle foto dell’articolo.
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