Vitorchiano
Questo articolo ci condurrà in una gita “fuori porta”, alla visita di un ridente paese colmo di storia, in provincia di Viterbo, Vitorchiano. Il paese si trova ai piedi dei monti Cimini, disteso nella verde valle del Vezza.
In questo Articolo:
Info Box
Regione | Lazio |
Provincia | Viterbo |
Abitanti | 5.244 (2019) |
Comuni confinati | Bomarzo, Soriano nel Cimino, Viterbo |
Giorno Festivo | 8 maggio |
Sito ufficiale | https://comune.vitorchiano.vt.it/ |
Dove si trova Vitorchiano
Paesaggistica
L’antico borgo, era una volta noto per le attività legate all’estrazione ed alla lavorazione del peperino, pietra usatissima principalmente nell’edilizia laziale. E’ adagiato su un esteso banco di peperino , fratturato in enormi massi, con pendii ripidi a strapiombo su due fossi che confluiscono a formare il Rio Acqua Fredda.
Il territorio che circonda la cittadina è caratterizzato da un paesaggio collinare, ricco di boschi di querce , frassini, faggi ,olmi e castagni, tipica vegetazione della zona dei monti Cimini ed è attraversato da ruscelli fortunatamente non ancora inquinati. Questa caratteristica rende la zona un habitat favorevole per numerose specie di animali selvatici. Vi si possono trovare volpi, faine, donnole, falchi, civette, lepri e cinghiali. Altrettanto varia è la flora, ricca di splendidi fiori e frutti selvatici, così come rigoglioso è il sottobosco con ginepri, felci, ginestre, agrifogli, pungitopi e numerose specie di funghi commestibili tra cui il porcino.
Vitorchiano Etimologia
Il nome del paese sembra che derivi da Vicus Orclanus, che dimostrerebbe una presunta dipendenza dal centro di Norchia (o Orcla) presso Vetralla, luogo sacro alla dea etrusca Norzia.
Piantina di Vitorchiano
Storia di Vitorchiano
La rupe su cui sorge il paese, fu sede di un abitato già nell’età del bronzo, come è stato accertato da ritrovamenti archeologici della fine del secolo scorso. Forse occupato in epoca etrusca, castrum romano e poi centro urbano fortificato nella parte più meridionale della Tuscia Longobarda, Vitorchiano vanta una storia secolare che ha subito per secoli l’influenza politica espansionistica della vicina e potente Viterbo.
Vitorchiano, cercò nel 1199 di liberarsi una volta per tutte dell’ingerenza di Viterbo nella sua vita politica e sociale dichiarandosi libera da ogni legame con la città, che per tutta risposta, la prese d’assedio.
La cittadina allora chiese l’aiuto di Roma contro i viterbesi, e nel 1201 fu definitivamente liberata dall’assedio e divenne feudo di Roma. Ma i contrasti tra Roma e Viterbo continuarono per tutta la metà del Duecento.
Nel 1232 i Viterbesi si impadronirono nuovamente del paese devastandolo. Il cardinal Annibaldi fortificò il paese rendendolo quasi imprendibile I Vitorchianesi però mal sopportavano il suo governo. Dopo aver inutilmente supplicato Roma di liberarli dal giogo, nel 1267 provvidero a proprie spese a rifondere Giovanni Annibaldi per i costi sostenuti per le fortificazioni.
Quando il senato romano si rese conto che Vitorchiano era perduto a causa della politica poco lungimirante, avvenne un fatto straordinario: i Vitorchianesi fecero unilateralmente atto di solenne e formale sottomissione a Roma. Il Senato Romano a questa notizia nominò Vitorchiano “Terra Fedelissima all’Urbe”, riconoscendole ampie esenzioni fiscali.
Le consentì inoltre, di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum, cioè Vitorchiano, castello e parte di Roma.
Il privilegio più importante fu rappresentato dall’onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati “Fedeli di Vitorchiano“. Questo privilegio è stato sempre esercitato da Vitorchiano dal 1267 fino ai nostri giorni.
Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma.
La città di Roma conferisce un appannaggio annuale a Vitorchiano tratto dalle imposte comunali che serve a retribuire la Guardia tra i cui compiti c’è anche quello di suonare le particolari trombe romane, dette clarine, in occasione delle principali manifestazioni pubbliche ufficiali, che proprio per questo motivo sono dette tradizionalmente “le clarine di Vitorchiano” e a Roma la frase “suonare le clarine” è divenuta proverbiale e sta a significare chiamare a raccolta il popolo per la lotta.
Nota turistica
Per coloro che amano i fiori in generale e le peonie in particolare, a pochi chilometri dall’abitato, esiste il noto “Centro Botanico Moutan” , che rappresenta il top regionale per questo tipo di piante.
Alla prossima da Roberto Mobili
Museo Centro Botanico Moutan
https://www.centrobotanicomoutan.it